Vinitaly 2023: grande successo per la produzione vitivinicola sarda

Vinitaly 2023: grande successo per la produzione vitivinicola sarda

L’ edizione di Vinitaly 2023 si conclude confermando il grande successo dei vini sardi. Lo dimostrano i molteplici riconoscimenti conferiti alle cantine per le loro produzioni di qualità in questa quattro giorni veronese e l’affluenza di visitatori allo stand della Regione Sardegna che quest’anno ha ospitato 72 realtà vitivinicole.

Questo successo testimonia le potenzialità di un settore in pieno fermento, che negli ultimi anni ha registrato un’importante espansione, grazie soprattutto alla crescente attenzione da parte di buyer nazionali e internazionali e alle numerose cantine che si affacciano sul mercato, riscuotendo grande apprezzamento.

La manifestazione si è dimostrata ancora una volta un’eccezionale vetrina per le produzioni enogastronomiche della regione che sono l’emblema dei forti valori identitari della Sardegna nel mondo.

A Verona il patrimonio agroalimentare di questa terra è stato svelato giorno dopo giorno, attraverso sette momenti seminariali – coordinati dal giornalista Giuseppe Carrus – frutto dell’incontro tra enologia, gastronomia e tradizioni.

L’ultimo appuntamento, per una chiusura in dolcezza, è stato dedicato alla degustazione dei prodotti tipici della pasticceria sarda, in compagnia del giornalista, scrittore e gastronomo Giovanni Fancello. Il racconto delle contaminazioni e dell’evoluzione dei dolci sardi si è snodato tra cenni storici, citazioni letterarie e aneddoti ripresi dalla tradizione, senza dimenticare i richiami al territorio.

La degustazione, iniziata con un dolce estremamente semplice composto da pane carasau e miele di castagno, è proseguita con la pardulas e la casadinas, dolci tipici pasquali, entrambi realizzati con pasta azima di semola, strutto, zafferano e scorza d’arancia, il primo caratterizzato da un ripieno di ricotta, mentre il secondo di pecorino.
Gli altri due dolci tipici assaggiati questa mattina sono stati l’aranzada, realizzata con scorza d’arancia cotta nel miele e mandorle tostate, e l’amaretto fatto con zucchero di canna, albume e scorza di limone.

Alla pasticceria sono stati accostati quattro diversi vini aromatici, un moscato, un passito di Vernaccia di Oristano, un vino da uve Nasco, un’uva tradizionale autoctona del sud Sardegna, affinato in piccole botti in legno di rovere, e per finire un Vernaccia di Oristano DOC del 2002.

 

 

 

 

 

 

 

 

LA REGIONE SARDEGNA e IL VINO

La combinazione di diversi fattori come il clima mite, i venti marini, la grande diversità dei terreni e l’esposizione solare fa della Sardegna una terra unica nel suo genere, che permette la coltivazione di uve differenti e una produzione enologica di elevata qualità.

Dalla superficie vitata della regione, che raggiunge i 27mila ettari, si ottengono così diverse tipologie di vini: dagli spumanti ai vini bianchi, sia giovani che evoluti; dai rosati ai rossi giovani, strutturati, invecchiati, fino ai dolci passiti e liquorosi.

Con le sue 15 Indicazioni Geografiche Tipiche e le 18 Denominazioni d’Origine, tra cui una DOCG – il Vermentino di Gallura – le etichette sarde sono in grado di competere con le migliori produzioni europee anche grazie alle più recenti e avanzate tecnologie e al know-how di agricoltori e produttori. Tra i vitigni più coltivati oggi in Sardegna troviamo il Cannonau e il Vermentino, che certamente più di altri sono radicati nell’immaginario collettivo come fortemente legati all’identità isolana, ma anche altri vitigni come il Carignano, il Nuragus, il Monica, il Cagnulari, il Torbato, il Semidano, il Nasco, il Moscato, il Girò, la Malvasia e la Vernaccia, che hanno una diffusione maggiormente localizzata in aree specifiche e ne esprimono con forza il carattere e il patrimonio tradizionale e culturale.

Photo: fonte ufficio stampa

 

 

 

Mariella Belloni

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