Mozzarella di bufala: nascita e segreti dell’afrodisiaco campano

Bianca, brillante, dal gusto delicato, ricca di latte. Non stiamo parlando del “cibo degli dèi” (anche se come gusto non siamo lontani) ma di un alimento che, originato in Campania, ha conquistato i palati di tutto il mondo. Stiamo dunque parlando della mozzarella di bufala campana, il formaggio ricco di latte definito dai più quasi un afrodisiaco culinario. Gustiamo dunque la freschezza di questo dono prezioso donatoci dalla storia ma…vi siete mai chiesti come sia nata la mozzarella? Le sue origini e cosa la rende così speciale? Dunque, prima di farci una “scorpacciata di gusto” cerchiamo di rispondere a queste amletiche domande.
Le origini della mozzarella di Bufala
Dunque quand’è nata la mozzarella di bufala Campana? Per rispondere a questa domanda dobbiamo risalire al XII secolo quando i monaci benedettini iniziarono a lavorare il latte delle bufale portate in Italia dai Normanni. All’epoca, la lavorazione si concentrava in zone paludose della Campania come le province di Caserta e Salerno. Questi territori, ricchi di acqua e folta vegetazione, rappresentavano i campi ideali per l’allevamento delle bufale.
Gli animali spesso, venivano lasciati liberi di pascolare in un’area in cui avevano tanto di che sfamarsi. Fu proprio grazie al lavoro dei monaci benedettini che nacque la mozzarella di bufala. Inizialmente prodotta per soddisfare i palati dei monaci stessi, in seguito venne esportata anche al villaggio e ai villaggi vicini, fino ad arrivare alla produzione in larga scala.
Dal latte alla mozzarella
Ma andiamo per “stadi”. La produzione della mozzarella di Bufala campana, da secoli, richiede un lavoro paziente e tanta dedizione. Con ingredienti semplici e tanto lavoro si arriva infine alla produzione del gustosissimo formaggio a pasta filata.
I passaggi
La produzione di mozzarella di bufala si distingue principalmente in 3 passaggi fondamentali
- Selezionato il migliore latte di bufala, quello ricco di grassi e proteine, si può procedere con la cagliatura, ossia addizionare il latte con caglio naturale fino a ottenerne la coagulazione
- Poi saremo pronti per il passo successivo: la filatura in cui la pasta viene lavorata con acqua calda per ottenere una consistenza elastica. Ed è proprio ora che avviene la “magia”. La pasta filata viene avvolta fino a formare il nostro “tondo” .
- In ultimo la mozzarella, dalla forma tonda, viene immersa in una salamoia per esaltarne il sapore e garantirne la freschezza
Consigli utili
Una volta pronta, dovrà stare in “immersione” per 24 ore, fresca e irripetibile, siamo ora pronti a gustare la prelibatezza tipica campana. Il suo sapore fresco e unico, affermano i veri intenditori è in grado di risvegliare il piacere… non solo a livello gustativo! E c’è di più: i campani doc custodiscono i segreti per rendere la mozzarella di bufala ancora più saporita… Siete pronti a conoscerli?
- In primis consumatela fresca, entro 24 ore dalla produzione.
- Conservatela a temperatura ambiente e mai in frigorifero. L’ambiente esterno non dovrà essere troppo “rovente” per non rovinare la freschezza del prodotto che altrimenti diverrebbe presto “acido” dato che la mozzarella di bufala non contiene conservanti
- In inverno noteremo che la nostra mozzarella diventa più secca perdendo, anche se di poco, il suo inconfondibile gusto lattoso… Come rimediare? I veri campani sanno bene come ovviare al problema. Basterà immergere il prodotto fresco, e ancora imbustato, in un recipiente pieno di acqua calda per qualche minuto. Il risultato sarà assolutamente eccellente… Provare per credere
Conclusioni
Pronti ora a gustare la vera mozzarella di bufala (meglio se DOP per una migliore garanzia di genuinità) che ne dite di aggiungerci quel tocco in più?
Impreziosiamo il nostro squisito prodotto con un filo d’olio, chi vuole anche una spolverata di pepe nero macinato, qualche pomodoro datterino (meglio del Vesuvio, hanno più sapore) del basilico fresco e un pizzichino di sale. Se poi ci aggiungiamo un vino rosso corposo campano di qualità…. Allora intenderete davvero perché parliamo di “afrodisiaco culinario”!!!
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